
Real Aversa 1925 – Acireale 0-0, le pagelle dei normanni
25 Aprile 2022
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4 Maggio 2022Il punto casalingo ottenuto con l’Acireale, ha consentito al Real Aversa di conseguire la matematica salvezza. L’obiettivo stagionale societario è stato quindi perfettamente raggiunto, con quattro giornate di anticipo. Un capolavoro che, tuttavia, interessa a pochi in città.
Ma andiamo con ordine, dando in primis merito alla società Real Aversa che con assoluta competenza ha saputo ottenere un risultato eccezionale. Un team di dirigenti, addetti ai lavori e calciatori sapientemente costruito dal patron Guglielmo Pellegrino, le cui indiscutibili capacità manageriali viaggiano di pari passo alle competenze calcistiche. Ma questo aspetto lo approfondirò in un prossimo articolo.
Il focus di questo editoriale vuole riguardare coloro che sono rimasti indifferenti, distanti da questo interessante e promettente progetto. Mi aggancio subito, quindi, al grido di dolore del presidente Pellegrino lanciato a fine gara con l’Acireale. Quindici minuti di dichiarazioni che, eccezion fatta per i complimenti a tutti i collaboratori, hanno trafitto il cuore di chi ama fortemente questi colori.
Come non partire dall’amministrazione comunale che, oltre ad essere distante dalla squadra, non solo in termini di presenza ma anche emotivi, attua politiche dello sport mai orientate a favorire le principali società sportive cittadine. Il discorso comprende sicuramente anche la pallavolo e probabilmente anche altre discipline.
Stessa situazione riguarda gli imprenditori e i commercianti aversani, totalmente indifferenti alla causa. Così come successo nell’era Spezzaferri, che inizialmente era affiancato da Alfonso Cecere e successivamente da Sergio Di Meo, ma alla fine rimasto completamente solo, la situazione si sta replicando con Guglielmo Pellegrino. Dopo soli due anni, c’è ancora solo lui a “traghettare” il Real Aversa. Nessuno si fa avanti per entrare in società e/o dare un contributo importante.
Una delle riflessioni fatte dal presidente in conferenza stampa, frutto di esperienze anche passate, rafforza ancor più la consapevolezza che non si tratta quindi di cessato entusiasmo per un nuovo progetto calcistico, ma le motivazioni dell’indifferenza e del distacco riguardano sentimenti più profondi, che afferiscono alla “passione”. Aversa continua ad avere poco interesse e scarsa passione per il calcio. O meglio, gli aversani non amano la squadra della propria città, per riprendere le parole pronunciate con un nodo in gola da Guglielmo Pellegrino.
Se è vero che il COVID ha tenuto inizialmente distanti i tifosi dagli impianti, altrettanto vero è che le gare trasmesse in diretta dalla società non sono state seguite in maniera numerosa. Un evento insolito quello della diretta per la serie D che è passata totalmente indifferente. Non solo, in più di una occasione la società ha dovuto prevedere l’ingresso gratuito per provare ad aumentare la presenza dei tifosi allo stadio. Ma anche in queste circostanze i risultati sono stati scarsi.
Mi piange il cuore a scrivere queste cose. Aversa, prossima al millennio, si appresta a celebrare anche il centenario del calcio. Due momenti che potrebbero essere vissuti con grande entusiasmo ma che invece sembrano avvicinarsi in sordina. Il contenuto di questo articolo farà sicuramente storcere il naso a molti. Ma spero di essere vivamente smentito.
Mancano poche giornate alla fine del campionato in cui si dovrà delineare il destino del Real Aversa. C’è l’interesse ad acquisire il titolo da parte di molte piazze, ma fortunatamente il cuore granata del patron batte molto più forte del pianto delle casse societarie. Il titolo non si muoverà da Aversa, lo ha dichiarato il presidente Pellegrino.
Lo zoccolo duro di tifosi, ormai ristrettissimo, è in fermento. La preoccupazione che la squadra possa comunque non essere iscritta al prossimo campionato è forte. Azionariato popolare, gruppo di soci sostenitori, potrebbero non bastare. Bisogna smuovere le coscienze degli imprenditori aversani. Anche di chi nel recente passato ci ha fatto vivere il professionismo.
Un primo passo che dovrebbe partire da chi amministra la città di Aversa. Un’azione mirata a coinvolgere gli imprenditori aversani per salvaguardare la squadra cittadina, che con pochi accorgimenti il prossimo anno potrebbe ambire a un ritorno nel calcio professionistico.
Quello che sembra essere un sogno o un’utopia potrebbe anche diventare una fantastica realtà. In pochi continuiamo a crederci. Non siamo sognatori ma fieri normanni, e non molliamo mai.
Forza Aversa, sempre!